Di seguito un articolo scritto dal convittore Luigi Giordano di Carpino sul Giornale di Convitto il Mosaico (anno IV, n. 7, maggio 2007)
Dall'odio all'amore
Quest’anno ho avuto il gradito e nello stesso tempo delicato compito di dirigere il gruppo di convittori che si occupano della stesura del giornalino. Dopo l’impaginazione di questo numero del Mosaico mi accorgo che a causa di un taglio ad un articolo precedente, una pagina del giornale è incompleta: mi viene allora l’idea di riempirla con un mio articolo in cui dare spazio al sentimentalismo e al ricordo. Dalla considerazione che un altro anno scolastico volge al termine il mio pensiero va a quel lontano 21 settembre 2005 il primo giorno in cui ho messo piede nel Convitto M. Di Sangro di San Severo. Il primo impatto non è stato del tutto positivo, anzi! Davanti ai miei occhi appariva un edificio poco invitante, e mentre camminavo lentamente verso il portone di ingresso una sensazione stranissima invadeva il mio corpo. Cosa mi aspettava qui dentro? Come erano i compagni con cui avrei dovuto convivere nei prossimi anni? Questi erano gli interrogativi presenti nella mia testa. In altri termini il Convitto mi faceva paura e iniziai ad odiarlo. Ma con il tempo mi sono accorto che la vita al Convitto non era brutta come nelle mie tristi previsioni. Qui dentro ho imparato molte cose: a vivere in società, a scegliere la compagnia giusta, a rispettare le regole e le persone; ho imparato ad amare il posto in cui sono. Ora che sono alla fine del 2°anno di Convitto molte cose sono cambiate dal mio punto di vista. Condividere momenti di studio e ricreativi, progetti , piccoli o grandi sogni, è l’unico modo veramente importante e concreto per far nascere, crescere e saldare le nostre amicizie. Certo, in questo modo emergono le nostre qualità ma anche i nostri difetti, e chi non ne ha, ma solo in questo ambiente impariamo la tolleranza, a portare pazienza, ad accettarci. Non a torto il Preside quando si riferisce al nostro Convitto lo chiama Casa dello Studente; infatti esso è diventato la mia seconda Casa, nella quale ci sto molto volentieri e quando un giorno uscirò, sarò fiero di dire che ho frequentato il Convitto M. Di Sangro perché grazie ad esso, e grazie alle persone che permettono il suo perfetto funzionamento, ho capito che ciò che ho imparato, imparo e imparerò qui, non avrei mai potuto apprenderlo altrove.
Luigi Giordano
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