lettera ai convittori

Ricordando Enzo
Si è deciso di riportare una lettera, pubblicata sul Giornale "Il Mosaico", scritta dall'istitutore Enzo Pacilli, andato in pensione nel 2010 e scomparso qualche anno fa! L'intento è quello di omaggiare una persona di eccezionali doti sia umane che professionali, dotato di grande pacatezza, pieno di spirito e dalle notevoli conoscenze letterarie e storiche. Tra le altre cose, con molta pazienza e competenza, ha cercato di trasmetterci l'amore per la "cultura". A lui si deve una pregevole volume "Le Cartoline illustrate: storia, cronaca e costume" in cui disserta su una sua personale raccolta di cartoline. Tale lavoro è stato spunto per organizzare percorsi storico-culturali che lui stesso ha proposto ai convittori nell'ambito delle attività formative di Convitto.

 

Lettera ai convittori

Sono stato, per oltre un trentennio, istitutore o educatore presso le istituzioni educative e, di tutti i convittori, conservo un vivo ricordo; qualche nome mi sfugge ma, i volti sono impressi nella mente.
Quando, nel lontano 1997, fui trasferito presso il Convitto annesso all’Istituto Tecnico Agrario “M. di Sangro“ di San Severo, dove ho terminato la mia carriera, provenivo da Vieste.  
Ricordo, come fosse ieri, il volto sempre illuminato dal sorriso di Anzivino, lo sguardo schietto e scrutatore di Ferro, l’espressione canzonatoria del primo Fantetti e quella perennemente assorta di Clemente e, come se fossero proiettati da una moviola rivedo: Salvemini, Taronna, Facenna A., Zoppi, Buffo, Solla, Stasulli, Battagliero, Capobianco, Patricelli, Albano, i fratelli Casasanta, Palmieri, Ciuffreda, Valente, Rignanese, Giordano, Triggiani, Scirpoli e tanti altri ancora.
Come dimenticare gli amici educatori: Gerardo Marolla sempre presente e in cerca della soluzione migliore per il bene dei convittori, Giuseppe Calabrese amico di tutti e sempre disponibile, Donato Rispoli preciso ed accorto e per ultimo ma, non ultimo, Giovanni Carugno, pochissimi sono quelli che possono dire di averlo sentito parlare con tono di voce alterato; il modo di come li ho elencati non è una classifica poiché ciascuno di essi è “primus inter pares“.
Nei ricordi non possono mancare il cuoco Ottavio, chissà se nel suo vocabolario esiste l’avverbio “NO“, l’infermiere Leonardo Villani che conosce tutti ed è la dimostrazione della legge del moto perpetuo, il collaboratore Aldo D’Errico in grado di sistemare anche l’irreparabile, Mario Quaranta ultimo crociato contro le ingiustizie ed il fumo, Michele Siena sempre presente ed attento, cosa dire delle signore collaboratrici che svolgono, anche in convitto, la loro funzione di mamme?
Voi convittori quando entrate in Convitto, per la prima volta, siete ancora ragazzi, dal volto glabro e al termine del corso di studi, siete diventati adulti.
I convittori, in particolare quelli del primo anno, trovandosi a vivere una esperienza nuova ed a condividere spazi, unitamente con noi istitutori, non sapendo caratterizzare la nostra funzione, in particolari momenti della giornata, ci considerate in determinate occasioni: opprimenti e pedanti ovvero ”rompi palle“ come siete soliti definire alcuni aspetti del quotidiano con il vostro linguaggio estremamente realistico.
Passato il primo momento di confusione subito imparate a conoscerci, ad apprezzarci e, forse, anche a volerci bene.
Molti di voi si saranno chiesti: “Ma da noi cosa vogliono gli istitutori?”.
La risposta è semplice.
Immaginate uno qualsiasi di noi, vecchio con i capelli bianchi che s’aiuta con un bastone, seduto su una panchina nel parco insieme con altri sconosciuti; di fronte a loro uno schermo gigantesco, ad un determinato momento cominciano a scorrere immagini di uomini celebri, famosi nelle diverse professionalità e, più di ogni altra cosa, onesti.
Quei volti appartengono a voi convittori.
E’ questo ciò che noi vogliamo da voi, poter dichiarare con orgoglio ai presenti: “Sono stato il loro Istitutore!”.  
Un grande americano Martin Luther King disse: “I have a dream“; (chiedete all’istitutore Calabrese cosa significa ).
Non deludeteci!          
Con affetto        
                                                      Enzo Pacilli 
Data: 
Lunedì, Febbraio 22, 2021 - 20:45

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