Miracolo a Sant'Anna

Elaborati Progetto "DAVID CINEMA GIOVANI 2009"

Quando ho deciso di relazionare su uno dei film proiettati durante questo lungo e ricco percorso che ha caratterizzato il progetto Cinema Giovani 2008-09 non ho avuto dubbi sulla scelta: “Miracolo a Sant'Anna” del regista Spike Lee, film tratto dal romanzo omonimo di James McBride, è quello che ha suscitato in me una forte attrattiva soprattutto per quel misto di emozioni e interesse storico che lo caratterizza. Il film ha un inizio ricco di tensione e mistero. Epoca contemporanea: Hector, impiegato in un ufficio postale di Manhattan, estrae improvvisamente la Luger che porta sempre con sé per autodifesa e uccide un cliente che gli aveva chiesto un francobollo. Per scoprire il perché di questo gesto apparentemente inspiegabile e perché a casa nasconde una testa marmorea del Quattrocento fiorentino, una serie di flashback ci porta alla Seconda Guerra Mondiale, a quel durissimo inverno del 1944, con i soldati afroamericani, appartenenti alla 92ª divisione Buffalo, impegnati a combattere i nazisti tra gli altipiani selvaggi e le floride valli della Toscana. Quattro di loro, Aubrey, Bishop, Hector e il gigantesco Sam restano isolati in territorio nemico. Il soldato Sam Train, che ha raccolto una misteriosa testa marmorea a Firenze, salva un bambino, Angelo Torancelli, che non parla e che nasconde un segreto orribile: il bambino è sopravvissuto al massacro dei suoi compaesani nella chiesa del piccolo centro della Lucchesia, Sant’Anna di Stazzema, grazie a un gesto di umanità di un nazista poi disertore, e conosce la verità sul traditore che l'ha provocato. Separati dal resto dell’esercito, asserragliati sulle montagne toscane con i tedeschi da un lato e i superiori americani incapaci di gestire gli eventi dall’altro, i soldati passano alcuni giorni con gli abitanti del paese e un gruppo di partigiani capeggiati da “Farfalla”. Le storie della gente comune s’intrecciano con quelle dei partigiani, dei soldati americani e tedeschi. Il responsabile del massacro del 1944 si scopre essere Rodolfo, partigiano in balia di sensi di colpa e desiderio di vendetta dopo che il suo compagno Peppi (il Farfalla) gli ha ucciso il fratello in uno scontro con i fascisti. Quando il disertore nazista viene catturato per Rodolfo è questione di tempo essere scoperto. Decide così di intervenire e lo uccide. La sua fuga è coperta dai tedeschi che intanto arrivano al paese: dopo un aspro combattimento i quattro della Buffalo purtroppo soccombono davanti alla superiorità numerica del nemico. Unico sopravvissuto il radiotelegrafista, Hector, l’impiegato che, riconosciuto in Rodolfo l'uomo che chiedeva di acquistare francobolli, aveva sparato sul traditore. Arrestato e processato, viene rilasciato grazie al pagamento della cauzione (milionaria) da parte di un redivivo Angelo, sopravvissuto anch'egli e divenuto ricco. Questo film, secondo me, appassiona proprio per questo mixer di storia e finzione, di ilarità e tragicità, di tematiche importanti. A tal proposito mi preme riconoscere al film il merito aver acceso i riflettori su una tragedia che il mondo, ma anche l'Italia al di fuori della Toscana, non conosceva: il 12 agosto 1944, a Sant'Anna di Stazzema, la 16ª Divisione delle SS compie una strage uccidendo cinquecentosessanta civili italiani, tra cui uomini, donne, anziani e bambini. Dell’accaduto il film ne fa una commovente rievocazione con una rapida, ma toccante sequenza di grande impatto visivo ambientata sul sagrato della chiesa che non può non far nascere nello spettatore lo sdegno per un crimine atroce il cui ricordo brucia ancora ferocemente. A questo proposito vorrei fare una considerazione circa le polemiche che hanno accompagnato l’uscita di questo film, fondate, a quanto sembra, sulla tesi sostenuta di ritenere che l'eccidio sia stata la conseguenza di una rappresaglia, e che tutto è successo per il tradimento di un partigiano. E’ vero anche che le licenze artistiche rischiano di trasformarsi in verità per gli spettatori, ma non può indignare l'invenzione della figura del partigiano traditore; non sono un critico e nemmeno uno storico però mi sento di affermare, dal mio modesto punto di vista, che l’intenzione di McBride, autore del romanzo da cui è tratto il film, sia stata quella di raccontare una storianon la storia. Penso sia lecito per un romanziere far riferimento a fatti realmente accaduti condendo il tutto anche con una buona dose di fantasia: quindi, per me, nessun intento di offendere qualcuno o di falsare verità storiche. Resta il contributo di questo film alla memoria, al ricordo della guerra e delle atrocità subite dalla popolazione civile. Inoltre Spike Lee ha voluto e saputo mostrare il bianco e il nero, l'ambiguità che spesso pervade ogni ambiente e contesto umano, compresi quelli (etnicamente o ideologicamente) a noi più vicini. Molti altri i temi messi in evidenza: il razzismo presente all’epoca nell’esercito americano che trattava i neri come carne da macello, i dubbi dell’esperienza partigiana, l’amore e la speranza che possono nascere anche in situazioni estreme. Ne escono fuori scene intense e dense di significato: la sequenza dell’eccidio, l’uccisione dell’amichetto di Angelo, Ludovico che alza il braccio urlando "sono fascista" prima di venir ucciso assieme alla figlia, i soldati impietriti che guardano fisso nell'obiettivo della cinepresa e lentamente uno alla volta se ne vanno e subito dopo viene inquadrato ciò che loro stavano guardando e cioè un muro con su affissi dei cartelloni nazisti/razziali, il partigiano Farfalla che dice di aver ucciso il suo migliore amico perché stava nelle file fasciste. Tutto contribuisce ad illustrarci gli stati d’animo e quello che realmente successe in quegli anni maledetti, quel senso di stanchezza e il ripudio della guerra che accomuna tutti i personaggi. Certo, si può capire il dovere di prendere le armi per difendere quello in cui uno crede, ma che strazio, che distruzioni, che carneficine. No, la guerra è un’esperienza da non ripetere, da non augurare, da non vivere mai più. Questo è il più grande messaggio che voglio vedere espresso da questo intenso ed emozionante film.

Antonio Facenna

Data Articolo: 
Venerdì, Maggio 29, 2009 - 22:15
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